Da Costa Balenae a Riva Ligure
di Alessandro Giacobbe
Riva Ligure oggi ci appare come un grazioso borgo marinaro, quasi lambito dal mar Ligure. Alle sue spalle vi sono millenni di storia, a cominciare dall’epoca romana in cui la zona fu probabile sede della mansio di Costa Balenae, citata nella tabula Peutingeriana. A ricordarci l’importanza del sito sono anche i resti del complesso di Capo Don, raro esempio di architettura sacra paleocristiana e poi alto medievale del Ponente ligure. Una serie di campagne di scavo – tutt’ora in corso – hanno portato alla luce reperti di grande importanza, dalla vasca del battistero ad immersione, fino alle più tarde sepolture, che in epoca alto medievale occuparono parte della antica chiesa a tre navate.
Durante il medioevo il territorio di Riva Ligure fu parte del territorio detto di Villaregia, controllato all’abbazia di Santo Stefano di Genova. Dal 1355 risulta sotto la sovranità della Repubblica di Genova. Al medioevo risale l’antica chiesa di San Maurizio, poco discosta dal centro cittadino. L’edificio fu sottoposto nei secoli a modifiche che hanno lasciato tracce evidenti nella sua struttura. Oggi è un santuario dedicato a Nostra Signora del Buon Consiglio, particolarmente venerata dalla popolazione locale. Nel cuore del borgo domina invece la struttura barocca della parrocchiale di San Maurizio, che ha ripreso l’intitolazione della chiesa più antica, e a poca distanza, stretto fra le case, si affaccia l’oratorio di San Giovanni Battista.
Riva Ligure fu città natale del poeta Francesco Pastonchi, che ne cantò la suggestione, la bellezza, i paesaggi, le emozioni. Il borgo rimase nel cuore del poeta il quale, nonostante fosse ormai celebre, chiese di essere sepolto proprio presso il venerato Santuario di Nostra Signora del Buon Consiglio, «…un sol ramo, sul muto/ sasso, io vi chiedo, un ramo che l’adorni:/unico, e a me sempre invocato, alloro.»
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